Comunicato Stampa
Accordo Collettivo Nazionale 2019 – 2021 di medicina generale:
“Il Sindacato Medici Italiani riunisce la Direzione Nazionale!”
Nota del Sindacato Medici Italiani (SMI)
Roma, 19 febb. – “Il Sindacato Medici Italiani, dopo la riunione degli organi statutari decide di apporre la firma all’A.C.N. triennio 2019/2021 di medicina generale, ma evidenzia fortemente come vi sia una inadeguatezza nei compensi previsti in relazione al contributo, anche in termini di vite umane, della medicina generale durante la pandemia. Non vi è valorizzazione dell’attività intellettuale svolta dai medici, né per i capitoli riguardanti le prestazioni di particolare impegno, per quelli relativi alle visite per la domiciliarità (visite ADI e ADP) e per le modalità di organizzazione del lavoro. Non s’interviene per niente sul carico burocratico che pesa impropriamente sul lavoro dei medici e sulla qualità del lavoro peggiorato nel post covid, considerato che un medico massimalista lavora già 50 ore a settimana” così una nota della Direzione Nazionale del Sindacato Medici Italiani.
“La declinazione del nuovo contratto di lavoro in merito al ruolo unico e tempo pieno appare monca in quanto non prevede tra le opzioni il part-time (possibilità di riduzione volontaria di ore/scelta ) né la valorizzazione del lavoro straordinario (oltre il tetto delle 38 ore) nonché il limite massimo allo stesso, in linea con le esigenze di rispetto della ripartizione fra tempo professionale e tempo di ristoro, così come richiesto dallo SMI. In mancanza delle opzioni contrattuali sopra evidenziate vi sarà un’ulteriore fuga dei giovani medici dalla medicina generale, soprattutto delle giovani colleghe, che ormai rappresentano il 60% dei professionisti operanti sul territorio e da sempre più attente all’ organizzazione del lavoro. Riteniamo che la prevista disciplina del ruolo unico, cosi come formulata nell’ articolo 31 dell’ACN, penalizzi anche i medici in formazione che hanno assunto gli incarichi provvisori di medicina generale e che adesso rientrerebbero col nuovo contratto. In pratica con 38 ore sarebbero costretti comunque ad aprire uno studio in periferia e le 38 ore sono compatibili con 400 pazienti, quindi si tratterebbe di circa 48 e più ore di lavoro a settimana, in quanto la norma non tiene conto del lavoro di back office, oltre che front office, svolto dai medici nei confronti dei propri pazienti. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai medici in formazione di questo triennio per le loro giuste rivendicazioni che hanno al centro l’esercizio della professione medica senza alcuna differenziazione tra medici specializzandi e medici che già esercitano la professione”.
“Prendiamo comunque atto dell’apertura ideale sulle maggiori tutele inserite, prima non previste, e fortemente volute dallo SMI, riguardo la gravidanza, il riconoscimento di malattia e infortunio ai fini della formazione delle graduatorie e alla telemedicina in situazioni di particolare disagio e per le donne in gravidanza e puerperio e con figli fino ai 3 anni. Siamo fiduciosi che questa sia la partenza per reali tutele che portino al pieno compimento di quanto previsto nella mozione parlamentare 1-00618 , approvata nella seduta n.708 del 15 giugno 2022 , con il contributo dello S.M.I, in cui il Parlamento impegnava il governo ad adottare le iniziative di competenza e a reperire le risorse necessarie nell’ambito del rinnovo dei contratti, al fine di garantire tutele adeguate per i professionisti della medicina convenzionata, con riferimento particolare al riconoscimento dell’infortunio sul lavoro, del diritto alle ferie, della maternità assistita, dei permessi per malattia, nonché politiche continuative per le pari opportunità”.
“Questo in sintesi il giudizio che motiva la nostra scelta di firmare questo accordo, su cui apponiamo la firma al solo scopo di non pregiudicare la nostra partecipazione ai tavoli istituzionali e poter, quindi, rappresentare al meglio le istanze dei nostri iscritti e continuare a perseguire l’attuazione per le tutele per tutti i medici dell’area convenzionata al fine di migliorare la qualità del lavoro e la conciliazione vita /lavoro, nonché le pari opportunità”.
Ufficio Stampa