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Venerdì 16 MAGGIO 2025
Il Dipartimento di Prevenzione e i Servizi Veterinari nelle Ast della Regione Marche: organizzazioni preziose (ma sconosciute)



Gentile Direttore,
dispiace riscontrare che, solo a causa di un recente crollo di un soffitto di una palazzina dell’Azienda Sanitaria Territoriale di Fermo che ha visto coinvolti gli uffici dei Servizi Veterinari del Dipartimento di Prevenzione, si sia parlato pubblicamente per la prima volta, e per motivi contingenti, di essi. Avremmo gradito che le tante parole spese per pochissimi giorni da varie autorità e da vari politici locali fossero state pronunciate nel corso degli anni per rappresentare il quotidiano impegno dei Medici Veterinari nel garantire la salute dell’uomo attraverso la tutela della salute e del benessere degli animali e la sicurezza degli alimenti da questi ottenuti.

Un silenzioso lavoro che i professionisti dell’Area Dipartimentale di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare (SPV-SA), afferente ai Dipartimenti di Prevenzione, conducono con professionale e costante impegno nell’ambito della Sanità Pubblica e Prevenzione Primaria, troppo spesso dimenticate dai decisori politici e dalle Direzioni delle Aziende Sanitarie. Molteplici e strategici sono gli ambiti della Prevenzione Primaria in cui operano i professionisti della Area Veterinaria e Sicurezza alimentare. Basti pensare che circa il 75% delle malattie infettive nell’uomo ha origine dagli animali e/o dai prodotti alimentari da essi ottenuti.

La recente e, purtroppo, forse già dimenticata epidemia planetaria da Sars Cov 2, ha evidenziato quanto sia interconnessa la salute degli animali alla salute dell’uomo e quanto sia importante la prevenzione nella prima per garantire la seconda.

Il rischio di una nuova epidemia di influenza nell’uomo di origine aviaria/suina è sotto gli occhi di tutti. La sensibile riduzione di tale rischio dipende dai controlli e dai monitoraggi che i Medici Veterinari del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) svolgono quotidianamente negli allevamenti suinicoli, avicoli e sulle popolazioni selvatiche e sinantropiche di uccelli.

Altrettanto fondamentale è l’eradicazione, attraverso appropriate misure sanitarie, di alcune patologie infettive esclusive del bestiame. La loro adozione è determinante, al di là della importante salvaguardia della vita degli animali, per scongiurare danni economici ingenti, quantificabili in diversi punti di PIL nazionale per anno.

Si pensi alla recente introduzione e diffusione in Italia della Peste Suina Africana la cui sola presenza incide sul commercio internazionale dei prodotti della filiera suinicola e al rischio, ormai alle porte, della diffusione sul territorio nazionale del virus dell’Afta Epizootica, che oltre a colpire i suini, con ulteriore danno al settore già provato, è in grado di colpire anche i bovini e gli ovini con le comprensibili e catastrofiche conseguenze su entrambe le filiere, conseguenti al blocco dei commerci degli animali vivi e dei prodotti da essi derivati.

Il rispetto delle regole nella produzione di alimenti sicuri è garantita dai Servizi Veterinari e Medici dei Dipartimenti di Prevenzione che sono le sole Autorità Competenti preposte in sede locale a tale scopo e non da altri Organismi di Controllo che svolgono altri compiti, seppure ciò venga diversamente percepito dai cittadini anche a causa della carenza di una corretta informazione in tale ambito.

Infine, il dilagare a livello planetario dell’antimicrobico resistenza, un fenomeno silenzioso che costituirà per gli anni a venire una perdita di enormi risorse e soprattutto di vite umane, vede i Medici Veterinari e i Medici del Dipartimento di Prevenzione impegnanti in prima linea nell’esecuzione dei controlli sul corretto uso degli antibiotici rispettivamente in campo veterinario e in campo umano.

Su quanto sopra sinteticamente riassunto domina il silenzio dei Decisori Politici e delle Direzioni Aziendali che da sempre mostrano di avere una visione totalmente ospedalo-centrica, trascurando in buona parte il Territorio e del tutto la Prevenzione.

Al loro silenzio si accompagna molto spesso la sordità alle ripetute e motivate richieste di risorse provenienti dai Dipartimenti di Prevenzione. Si assiste, nostro malgrado, ad una difforme strutturazione e organizzazione dell’Area dipartimentale di SPV-SA nei Dipartimenti di Prevenzione delle cinque Aziende Sanitarie Territoriali marchigiane che vedono di molto penalizzate l’AST di Fermo e quella di Ascoli Piceno. Questa difformità organizzativa risulta evidente nelle Proposte di Atto Aziendale presentate dai Direttori Generali delle cinque Aziende.

Tale difformità organizzativa penalizza fortemente, da circa un decennio, i Dipartimenti di Prevenzione della AST di Fermo e della AST di Ascoli Piceno a discapito di quelle di Macerata, Ancona e Pesaro Urbino.

Basti pensare al forte squilibrio nel numero delle strutture complesse e semplici attribuite alle Aziende delle diverse Provincie, nonostante il personale svolga le stesse funzioni istituzionali: 95 nella AST di Fermo, 146 nella AST di Ascoli Piceno, 194 nella AST di Macerata, 220 nella AST di Ancona e 225 nella AST di Pesaro Urbino.

Questo squilibrio è ancora più evidente se si considerano le strutture assegnate ai Dipartimenti di Prevenzione di Fermo e Ascoli Piceno, in contrasto con quanto previsto dal d.lgs. 502/1992 e s.m.i. e dalla normativa regionale vigente. Contrariamente a quanto indicato nelle Linee di indirizzo regionali, che prevedono dotazioni nell’Area della Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare di strutture organizzative omogenee e personale adeguato per numero e qualifica, si riscontra l’assenza delle seguenti strutture:

1. Unità Operativa Complessa U.O.C. Giuridico – Amministrativa determinante per la gestione efficace ed efficiente dei procedimenti amministrativi e penali collegati all’espletamento dei compiti previsti dal Reg. UE 625/2017, dal d.lgs 27/2021 e dal d.lgs 32/2021. Tale struttura, dedicata al Dipartimento di Prevenzione è stata infatti correttamente incardinata nelle altre tre Aziende regionali, all’interno dei rispettivi Dipartimenti Amministrativi. Pertanto, per la complessità della gestione delle numerose tematiche giuridico amministrative che investono l’Area dipartimentale di SPV-SA e tutto il Dipartimento di Prevenzione è indicato mantenere in tutte le cinque Aziende questo modello organizzativo, conforme a quanto definito nelle linee di indirizzo regionali.

2. Unità Operativa Semplice Dipartimentale (U.O.S.D.) di “Epidemiologia veterinaria, comunicazione del rischio e flussi informativi” prevista come articolazione organizzativa dell’Area della Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare dei Dipartimenti di Prevenzione e presente con una denominazione diversa nelle proposte (es. UOSD Epidemiologia Veterinaria nella AST FM e UOSD Epidemiologia veterinaria e della sanità umana, flussi informativi nella AST AP) con conseguente lesione del significato e delle funzioni originariamente attribuite a tale struttura.

3. Nell’articolazione dei Servizi di Igiene degli Alimenti di Origine Animale (SIAOA) delle Aziende Sanitarie Territoriali di Fermo e di Ascoli Piceno dovrà essere inserita l’Unità Operativa Semplice (U.O.S.) “Prodotti della Pesca e MEL (Molluschi Eduli Lamellibranchi)” di importanza strategica, vista la presenza di rilevanti flotte pescherecce, di Mercati Ittici all’ingrosso (San Benedetto del Tronto e Porto San Giorgio), di numerosi stabilimenti riconosciuti per la lavorazione e commercializzazione di prodotti ittici e di numerose zone di produzione ed allevamenti di molluschi bivalvi, realtà produttive che richiedono una peculiare e gravosa attività di controllo, vigilanza e monitoraggio.

4. Nell’articolazione delle UU.OO.CC. di Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche (SIAPZ) dovranno essere previste in entrambe le Aziende la UOS denominata “Farmaco Veterinario e Residui”, tenuto conto dell’importante ruolo che i SIAPZ svolgono nel combattere il crescente fenomeno di antibiotico resistenza umana e animale.

Da una attenta lettura delle proposte degli Atti Aziendali si denota, quindi, una carente conoscenza delle attività che svolgono i Servizi Veterinari all’interno del Dipartimento di Prevenzione e del ruolo fondamentale nella Prevenzione Primaria che essi hanno. Nelle proposte compaiono generiche nonché improprie denominazioni quali “Ambito animale” che denunciano, tra l’altro, la mancata conoscenza dell’approccio “One Health”, all’interno del quale le professionalità dei Servizi Veterinari rappresentano una componente decisiva.

Questi significativi esempi inducono una riflessione sulla scarsa considerazione che la Politica e i vertici della Sanità Marchigiana mostrano nei confronti dei quattro Servizi dell’Area della Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare e del Dipartimento di Prevenzione, che operano quotidianamente e silenziosamente, molto spesso senza il giusto riconoscimento a livello mediatico, a tutela della salute dei cittadini e per la salvaguardia dei settori economici interessati.

Pertanto è fortemente auspicabile che il Direttore del Dipartimento Salute della Regione Marche, a cui spetta garantire la conformità delle Proposte di Atto aziendale delle cinque Aziende Sanitarie Territoriali alla normativa nazionale e regionale e la loro omogeneità d’impostazione, operi, nel rispetto delle linee d’indirizzo e degli impegni assunti con le parti interessate, un riallineamento strutturale e organizzativo dei cinque Dipartimenti di Prevenzione, vista la forte e incomprensibile penalizzazione che hanno subito nell’ultimo decennio i medesimi Dipartimenti e in particolare l’Area dipartimentale di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare delle Aziende di Fermo e Ascoli Piceno.

Parimenti auspicabile è una tempestiva azione del Presidente Regione Marche e dell’Assessore alla Salute che porti alla definitiva rimozione dell’attuale disomogenea organizzazione dei Dipartimenti di Prevenzione, frutto di scelte passate, dettate solo dal soddisfacimento dei “desiderata” locali. Esse hanno penalizzato e umiliato i Medici e i Veterinari impegnati nelle Aziende Sanitarie Territoriali di Fermo e Ascoli Piceno che da anni, a parità di compiti istituzionali, sono spettatori di scelte organizzative non equamente adottate nel territorio regionale.

Dr. Antonio Angellotti
Presidente FVM Marche